Oggi ospitiamo con piacere il post di Vito Mandina. Ecco qualche consiglio su come visitare Palermo risparmiando. Altri consigli potrete trovarli su Itinerari Sicilia.
Quando penso a Palermo mi viene in mente un po’ un album delle figurine e quella sorta di cantilena che si ripete quando si vogliono scambiare quelle mancanti per completare l’album… quel ce l’ho che diventa cielo o celo finché non becchi il pezzo mancante e a quel punto ti sale l’emozione.

Cosa c’entra Palermo? In un immaginario album di vacanze, il capoluogo siciliano ripeterebbe la catilena celo quasi all’infinito: arte? Celo. Storia? Celo. Mare? Sole? Montagna? Celo tutti. Gastronomia, non ne parliamo… e a rendere il tutto ancora più esclusivo e appetibile, è che Palermo è una delle città più low cost d’Italia e d’Europa. Si risparmia sull’accommodation, si risparmia sugli ingressi e le visite nei più importanti luoghi d’interesse, si risparmia sul cibo. Di certo, però, Palermo non si risparmia sulla qualità.
Partendo dalla scelta dell’alloggio, sono tantissimi i b&b in pieno centro storico a Palermo che offrono sistemazione in media a 50 euro al giorno a coppia. Ovviamente bisogna prenotare per tempo e magari non in occasione di festività o ricorrenze, ma anche in quel caso le tariffe si mantengono decisamente abbordabili, considerato tra l’altro che moltissime di queste strutture sorgono all’interno di palazzi storici che, già di per sé, valgono il prezzo del biglietto.
Il primo suggerimento però è quello di non allontanarsi troppo dal centro storico nella scelta della sistemazione, perché anche il traffico fa parte dei tanti celo di Palermo, e gli spostamenti potrebbero diventare un problema.
Si parte così alla scoperta del centro storico più grande d’Europa, come definito dall’Unesco, risolvendo la diatriba con quello di Lisbona: oltre 3.000 anni di storia sono ben visibili nei percorsi, nel tessuto urbano, nelle costruzioni, nei palazzi e nella gente, nei profumi e negli odori che vengono fuori da ogni parte a travolgere l’olfatto, tra sentori di carne arrosto, forti aromi di spezie, fragranze agrumate e un’intensa, pungente sensazione di bontà proveniente dalle pasticcerie.

Il centro va visitato rigorosamente a piedi, armati di bottiglie d’acqua (fa freddo solo 3-4 mesi l’anno), macchina fotografica e buona volontà, perché c’è molto da camminare.
Fin dalla colazione, se ci si accontenta di caffè e cornetto, con 1 euro il gioco è fatto. Ma difficilmente entrando in un bar si resisterà alla tentazione di assaggiare qualcuna delle colorate e invitanti leccornie: cannoli, bomboloni e cartocci con la ricotta, per non parlare della tipica colazione palermitana, che all’immancabile dolce di ricotta unisce almeno un’arancina o un calzone fritto! Ma anche qui, ogni pezzo non supera 1,50 euro… si, dimenticatevi la linea!
Gran parte del patrimonio storico-artistico di Palermo risiede in architetture religiose: chiese, cattedrali, conventi, cappelle in ogni angolo di strada, molte delle quali visitabili gratuitamente.
Si parte dalla Cattedrale, che racchiude in sé un sunto della storia di Palermo: basilica bizantina prima, moschea araba poi, cattedrale cristiana oggi. Il tutto attraverso un susseguirsi di interventi e modifiche di stile che la portano oggi ad essere un vero e proprio meltin pot di forme architettoniche riconducibili allo stile gotico-chiaromontano. Prezzo della visita: 0 euro.
Il Palazzo Reale dei Normanni alle spalle, con la Cappella Palatina all’interno, merita assolutamente di essere visitato. Un’impressionante opulenza, tessere musive a comporre il Cristo Pantocratore tutte in oro massiccio, soffitto ligneo a nido d’ape decorato alla maniera araba… un capolavoro. Prezzo della visita: 8,50 euro.
Si scende lungo il Cassaro, Corso Vittorio Emanuele, e ci si può soffermare nella particolarissima chiesa del SS Salvatore, con la pianta ellittica, proseguendo verso il cuore del centro storico, i 4 Canti, un incrocio barocco con 3 ordini di statue in ogni angolo. Da uno di questi si accede alla chiesa di San Giuseppe dei Teatini, trionfo di barocco e rococò. Sempre nell’incrocio, la Fontana Pretoria, detta Della Vergogna per via delle statue nude, capolavoro del manierismo. A pochi metri dalla fontana, la Chiesa della Martorana, uno dei massimi esempi dello stile bizantino arabo-normanno del XII secolo. Prezzo delle visite: 0 euro.
Salendo via Maqueda, il quartiere spagnolo, si raggiunge Piazza Verdi, con il magnifico Teatro Massimo, terzo teatro d’Europa e primo per ampiezza del palcoscenico. Capolavoro neoclassico della famiglia Basile, è il tempio lirico della città. L’esterno è una meraviglia, e anche l’interno merita una visita. Prezzo del biglietto: 8 euro.

Qui ci si può soffermare dopo la visita per mangiare un boccone. La zona della Champagneria, di fronte il teatro, è piena di ristorantini e bar. Se si sceglie il ristorante, il prezzo medio di un menu fisso, bevande comprese, è di 13-15 euro. Se si preferisce un’arancina, un panino con la milza o con le panelle e crocché, con 5 euro bevande incluse avremo lo stomaco pieno. Altro che McDonald’s.
Salendo ancora si raggiunge Piazza Ruggero Settimo, meglio nota come Piazza Politeama per l’omonimo teatro, stile neoclassico pompeiano. Una delle piazze più belle d’Italia, con un contorno ricco di negozi, bar, caffetterie, pasticcerie storiche, negozi di souvenir ed aree pedonali per sedersi un attimino senza incrociare auto e motorini che sfrecciano qua e là.
Impossibile, tra le tante, non citare un altro vero e proprio monumento di Palermo visitabile gratuitamente: i mercati storici del Ballarò, nel quartiere dell’Albergheria, e del Capo, alle spalle del Teatro Massimo. La Vucciria, forse il più famoso, è ormai in disuso e quasi vuoto. Radici chiaramente arabe, nei nomi, nello stile, nei colori e nei profumi, un vero e proprio formicaio per densità di gente che si accalca tra bancarelle e negozietti che vendono davvero di tutto a prezzi estremamente vantaggiosi.

È qui che forse più che altrove si respira l’anima di Palermo, di certo controversa per alcuni versi, ma vivace, ricca, travolgente e accogliente. In una parola, siciliana.
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